L’empatia di Papa Francesco
Boies / 21 Maggio 2021

Dopo aver analizzato il tema dell’empatia psicologica e spirituale nei blog precedenti (3 aprile 2020 e 7 aprile 2020), proseguiamo il nostro approfondimento di questo atteggiamento etico, alla luce dell’empatia di Papa Francesco. Alcuni mesi fa, ascoltavo Radio Vaticana e ho sentito il Papa rispondere a un giovane che gli domandava: «Papa Francesco, che cosa posso dire a un giovane che soffre?». Sorprendentemente, il Pontefice ha risposto: «Innanzitutto, non devi dire niente. Devi… ascoltarlo». «Una volta, racconta il Papa, ho ascoltato una persona durante 10 minuti, senza dire niente. E alla fine, questa persona mi ha detto: “Grazie Papa Francesco per il suo aiuto e per i suoi buoni consigli”». E il Papa non aveva detto niente… «Questo vuole dire, continua Bergoglio, che quando una persona si sente veramente accolta, ascoltata, stimata e amata incondizionatamente con amore-carità, la persona inizia a ritrovare fiducia in se stessa e a individuare autonomamente le soluzioni ai suoi problemi». È questa la modalità del vero ascolto empatico! A partire da questo aneddoto, si può comprendere quanto nei suoi insegnamenti, Papa Francesco sottolinei il valore dell’empatia nella relazione con l’altro:nell’accoglienza, nell’ascolto e nel dialogo. Infatti, nel discorso rivolto ai vescovi dell’Asia, nell’agosto 2014, ha dichiarato:…

«Nuestra sangre está mezclada»
Fidalgo / 26 Marzo 2021

«Su visita a Irak, Santidad, significa que la Mesopotamia sigue siendo respetada y apreciada. Su visita significa un triunfo de la virtud, es un símbolo de estima para los iraquíes. Bendito sea el que erradica el miedo de las almas. Benditos sean los pacificadores. Su Santidad, ahora está plantando las semillas del amor y la felicidad» (Rafah Husein Baher; perteneciente a la comunidad religiosa sabea mandea). En un contexto geográfico, histórico, político y religioso, convulsionado, confuso, tensionado por violencias sistémicas, un papa, un seguidor de Jesucristo, en su ministerio de unidad, mediante la comunión diversificada y reconciliada, pone gestos y palabras, procura dejar emerger y hacer visibilizar rostros y voces que no ocultan el dolor, la tragedia y la sed de paz, la necesidad de otro mundo más digno y libre. Mientras otros hacen discursos a distancia o siguen estigmatizando pueblos y religiones, acusando de relativismo, eclecticismo, o se posicionan más desde la prudencia diplomática que desde la profecía del evangelio, papa Francisco se atreve, es evangélicamente atrevido, es bien-aventurado, va detrás de esos horizontes amplios desde donde la fe peregrina se abrió camino, Ur de los Caldeos, para recordar que todos los desvíos de la historia no solo no…

Crescere nella santità e nell’impegno per la propria vocazione (ChV, n. 3)
Donato / 21 Febbraio 2020

    Qualche tempo fa, sempre sul Blog, abbiamo avuto modo di avvicinare, seppur di striscio, la Chistus vivit di papa Francesco, l’esortazione apostolica indirizzata – in primis – ai giovani a pochi mesi dalla celebrazione del Sinodo dei Vescovi 2018 (3-28 ottobre 2018). Vorremmo continuare ad approfondire la conoscenza di questo documento motivati dalle stesse parole e dall’invito che il Santo Padre ha rivolto loro, ossia l’impegno a «vivere nella quotidianità le indicazioni della recente Esortazione apostolica» nella quale ogni giovane – e non solo – «può trovare spunti fecondi per la propria vita e il proprio cammino di crescita nella fede e nel servizio ai fratelli» (Angelus della domenica delle Palme, 14.04.2019). “Lui vive e ti vuole vivo…” Come noto, l’Esortazione ha inizio con l’annuncio di una duplice “certezza”, “Cristo vive” e “ci vuole vivi” (cf. ChV, n. 1). Un annuncio che Francesco indirizza a tutti i giovani cristiani e, insieme, ad ogni membro della Chiesa (cf. Ibid., n. 3). In questa scelta dei destinatari è manifestata, in qualche modo, la volontà del Santo Padre a non voler archiviare la riflessione e il cammino iniziato con il Sinodo 2018 – nel quale gli stessi giovani sono stati protagonisti…

Franciscos, Afonso e a moral que nasce do Presépio
Dalbem / 25 Dicembre 2019

O tempo cronológico faz o seu trabalho e, mais uma vez, um ano se aproxima do seu fim. No âmbito do simbólico, para experimentar aquela outra qualidade de tempo que extrapola o mero passar dos minutos indo à dimensão da graça, aprendemos a celebrar a abertura e o fechamento de ciclos povoando a linearidade temporal de “estações” carregadas de sentimento e sentido. O Eterno Divino, irrompendo e rompendo a monotonia temporal da humanidade, estabelece a estação-símbolo maior, lugar/tempo de fala e de encontro: a Encarnação do Verbo. Natal, nascimento, é assim que aprendemos a chamar este acontecimento; presépio, é deste modo que a arte-orante traduziu a simplicidade-complexa deste evento. Algumas semanas atrás, Papa Francisco, na breve Carta Apostólica Admirabile Signum, dada à publicação em Greccio, no Santuário do Presépio no dia 01 de dezembro, recorda e contempla a proposta de outro Francisco, aquele que séculos atrás, naquele mesmo lugar, começou a tradição de assim representar a Encarnação. Francisco, o atual, recorda o presépio como uma forma singular de experiência da proximidade de Deus. Tal proximidade que irrompe na pretensa estabilidade humana portando a novidade de uma vida plena e fraterna. «…Jesus é a novidade em meio a um mundo velho,…

La sfida del sovranismo
Amarante / 28 Giugno 2019

La sfida del sovranismo Quasi sul finire della seconda guerra mondiale prendeva forma l’idea di creare un organismo soprannazionale che potesse ergersi a garante della democrazia, della libertà dei popoli, e far da scudiero per la pace nel mondo, intervenendo nelle situazioni di conflitto, in dispute internazionali e farsi carico di aiuti concreti alle nazioni sofferenti. Il progetto era ardito perché già alla fine della grande guerra (1914-1918) si era pensato di creare un organismo del genere che si rivelò inefficace al momento del nascere dei nazionalismi fascisti e di fronte all’invasione della Polonia da parte dei nazisti. Nel 1945 nasceva l’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), avente come scopo la salvaguardia della pace, la cooperazione tra i popoli a livello economico, sociale e culturale, il rispetto del diritto internazionale e il suo sviluppo. Questa struttura ha fatto da argine ai nazionalismi. Con la caduta dell’impero sovietico e la fine del bipolarismo politico, con l’apparente vittoria della logica del libero mercato e il nascere della globalizzazione, ad alcuni teorici è sembrato che la democrazia fosse così adulta da non aver bisogno di questo “vigile soprannazionale”. Il nascere di ingiustizie sociali causate e alimentate dalla globalizzazione selvaggia – tanto da indurre i…