La solidarietà è considerata uno dei principi della Dottrina Sociale della Chiesa[1], ma soprattutto è un elemento strutturante della proposta di un umanesimo integrale e solidale, poiché la Chiesa è consapevole che la sua vocazione è camminare insieme a tutta l’umanità lungo il cammino della storia. La Chiesa diventa solidale già da questo atteggiamento primordiale, dal quale vuole incoraggiare e stimolare detto umanesimo. Un umanesimo capace di animare un nuovo ordine sociale, economico e politico, fondato sulla dignità e libertà di ogni persona umana, da realizzare nella pace, nella giustizia e nella solidarietà. La solidarietà, come principio e come virtù, spinge la coscienza cristiana ad accogliere con diligenza evangelica le vittime di ogni tragedia e violenza, ed allo stesso tempo esige l’esercizio della profezia evangelica per smascherare e denunciare tutti i mali che le provocano (cf. Fratelli Tutti, nn. 114-117). In questo senso, di fronte alla guerra in Ucraina, è doveroso esprimere piena solidarietà al popolo ucraino sofferente, allo stesso tempo, in solidarietà con tutto il popolo che non vuole la guerra, né come fine, né come mezzo, si deve dire a voce alta e con la massima veemenza: NO alla guerra, fermate subito questa invasione!Di conseguenza, devono essere sostenute…
Raccogliendo una provocazione di papa Francesco, secondo il quale, «il giorno di San Valentino, in alcuni Paesi è sfruttato meglio dai commercianti che non dalla creatività dei pastori» (Amoris laetitia, n. 208), nella ricorrenza del Patrono degli innamorati, abbiamo dato avvio a una serie di 4 post dedicati al tema dell’amore (questo è il secondo), ringraziando Roberto Massaro per la disponibilità a collaborare. Egli è professore di teologia morale e bioetica presso la Facoltà Teologica Pugliese, e amico dell’Accademia Alfonsiana dove ha conseguito il dottorato con una tesi sull’etica della cura (Collana Tesi Alfonsiane). Sul tema qui affrontato, ha pubblicato Si può vivere senza eros? La dimensione erotica dell’agire cristiano (EMP 2021). Nel nostro breve itinerario non potevamo tralasciare una figura titanica dell’Antico Testamento. Musicista, poeta, valoroso condottiero, profeta, re d’Israele, Davide è un uomo dai mille volti, la cui importanza è facilmente deducibile dal fatto che le sue gesta vengono riportate in più libri. «Era fulvo, con begli occhi e bello d’aspetto» (1Sam 16,12): così appare al profeta Samuele, giunto a Betlemme nella casa di Iesse per ungere il nuovo re d’Israele, scelto dal Signore al posto di Saul. Un’annotazione per nulla indifferente al prosieguo del racconto: basterà poco…
Lo scorso 1° ottobre 2022, in occasione dell’incontro con i membri del Capitolo Generale della Congregazione del Santissimo Redentore, papa Francesco ha sottolineato alcuni elementi caratterizzanti la missione redentorista come l’essere «maestri di morale», l’essere «formatori di coscienza», carisma ereditato dal Fondatore – Alfonso M. de Liguori (1696-1787) – «che si è dedicato anche a queste cose, tra le altre». Tali aspetti – la coscienza e la sua formazione – saranno oggetto di rinnovata riflessione nel prossimo mese di marzo nell’ambito di un Convegno che si terrà in Accademia Alfonsiana sull’attualità della proposta morale del Dottore Zelantissimo, un’attività che si pone in continuità con quanto è già stato sviluppato nel corso dell’anno accademico 2020-2021 interamente dedicato al 150° della proclamazione di sant’Alfonso Doctor Ecclesiae e contrassegnato da un altro testo del Santo Padre, il suo Messaggio al Superiore Generale dei Redentoristi e Moderatore dell’Accademia. Anche in questo scritto, con accenti diversi, papa Francesco evidenzia la specificità appena ricordata – maestri di morale, formatori di coscienza – che contribuisce a qualificare l’azione apostolica dei redentoristi nella Chiesa ed evidenzia contestualmente come «il messaggio di sant’Alfonso […] patrono dei confessori e dei moralisti […] indica ancora con vigore la strada maestra per…
O final de semana de 07 e 08 de janeiro passado ficou marcado no Brasil como um dos mais tristes para a nossa ainda jovem democracia (1889). Foram vandalizados na cidade-capital Brasília os prédios dos três poderes constituídos. Não bastasse o ataque físico e simbólico a locais tão importantes à vida política do país, o dano histórico e artístico agrava ainda mais a situação, uma vez que o patrimônio pictórico, documental e artístico ali presente foi praticamente todo destruído. Verdadeiros sinais de barbárie provocados por um grupo revoltoso que parece ter perdido sinais básicos de humanidade e mínimos de civilização. Homens e mulheres irracionalizados… Prefiro utilizar o termo assim, irracionalizados, em forma verbal flexionada em particípio passivo, pois tal situação é a ponta de um processo de formação e destruição de sentido de bem comum e vida social iniciado e fomentado por elementos econômicos e políticos atuantes já de algum tempo, não somente em âmbito nacional, mas também mundial. Enfim, massa de manobra a serviço de oligarquias políticas, agrárias e mercadológicas a quem não é interessante a constante e salutar ruptura do status quo constantemente promovida pelo movimento intrínseco aos regimes democráticos. Como bem enfatizou o atual chefe do executivo…
«Quanto aos tempos e aos momentos, irmãos, não precisais que vos escreva. Com efeito, vós próprios sabeis perfeitamente que o Dia do Senhor chega de noite como um ladrão» (1Tes 5,1-2). Com estas palavras do apóstolo São Paulo, Papa Francisco começa sua mensagem para o Dia Mundial da Paz do ano de 2023. Trata-se de um dos momentos mais complexos para a humanidade nos últimos decênios: vivemos ainda os efeitos de uma pandemia ora enfraquecida, mas não de tudo terminada, e as dores de uma guerra ainda em curso entre Rússia e Ucrânia, que está já para completar um ano. O caráter escatológico da frase paulina exorta a comunidade de fé a manter-se fiel e vigilante na escuta ativa da presença de Deus na realidade histórica. E é justamente sobre este ponto que Papa Francisco desenvolverá a subsequente reflexão: em meio à ambiguidade que a humanidade carrega em seu “realizar-se” histórico, encontramos a voz de Deus que nos fala; cabe a nós escuta e discernimento para interpretá-la. O choque provocado pela pandemia revelou a insuficiência de um modelo sociocultural-econômico baseado sobre o império da técnica regido pela economia. Enquanto a sede pelo lucro cega, não permitindo reconhecer o valor real…