Mese di maggio: celebrare la “Madre” e le mamme.  Accoglienza, cura, accompagnamento
Fidalgo / 13 Maggio 2024

Questo mese dell’anno, dal punto di vista umano e religioso, offre due motivi di festa, tanto presente in molte realtà socioculturali: il mese dedicato a Maria e la Festa della Mamma. Naturalmente, questo non è così in tutto il mondo, anche se in larga misura lo è. Altrove, per ragioni storiche, religiose, geografiche e commerciali, o non esiste il mese mariano oppure si festeggia in un altro mese, e la Festa della Mamma – molto più presente in quasi tutti i Paesi – ha date celebrative diverse. Questi eventi, così come vengono presentati, ci permettono di evidenziare almeno due cose significative nel fare teologia. Innanzitutto, la varietà e la complessità della realtà dove fattori diversi si intrecciano dando significati diversi all’esistenza umana; e la teologia deve partire sempre da un’apertura e da un rapporto onesto con la realtà. In secondo luogo, che nel divenire delle circostanze storiche è opportuno e necessario apportare chiarimenti critici che permettano di superare dimenticanze, superficialità e altri elementi disumanizzanti che avrebbero potuto falsamente aderire a queste celebrazioni. E questa è la missione primaria di tutta la teologia, che a partire dallo spirito sapienziale e profetico del Vangelo, sa assumere il meglio della nostra umanità e…

La cruz* ¿Buena Noticia?
Fidalgo / 25 Marzo 2024

Las teólogas mujeres, desde diferentes enfoques, se han preguntado si Jesucristo[1], por ser varón y por las interpretaciones patriarcales y machistas de su evento, podría tener un valor salvífico para las mujeres[2] y, en este sentido, se han preguntado además si la cruz, como símbolo y realidad histórica, podría ser un evento redentor, una «buena noticia» para las mujeres. Desde ya, se podría decir que una cierta comprensión del misterio de la muerte de Jesucristo, donde se han subrayado en demasía el aspecto sacrificial, de satisfacción, de sufrimiento, de obediencia ciega, de dolorismo, en aras de un cielo prometido, solo después de haber “necesariamente” sufrido («atravesando este valle de lágrimas»), no hace justicia al corazón de la revelación, por ende, no es «buena noticia» ni para las mujeres ni para nadie. El mensaje que el sufrimiento debe ser aceptado, soportado, dentro de un esquema de “sumisión” a Dios y a los que detentan su poder o representación, en las Iglesias cristianas ha hecho mucho más que solo daño “espiritual”. Ha violentado personas y consciencias, ha dañado física y psicológicamente a mujeres y a hombres, a niñas/os y adultos[3]. Muchos discursos sacrificiales, acompañados con la necesidad de completar los dolores de…

Il polverone sollevato dalla dichiarazione Fiducia supplicans[i]
DelMissier , Fidalgo , Massaro / 29 Gennaio 2024

In seguito alla pubblicazione di Fiducia supplicans si sono sentite voci e sono apparsi scritti di diverso tipo, sia a favore che contro la dichiarazione; fino a considerarla una violazione della tradizione della Chiesa oppure nient’altro che una finta apertura. Comunque sia, la polvere è stata sollevata. Non sappiamo se è quello che ci si aspettava; ma, come afferma un proverbio spagnolo, non esiste male che non venga accompagnato da qualche bene. Soprattutto è positivo che si vedano reazioni diverse e che siano rese pubbliche con rispetto e onestà. In ogni caso, non cessa di stupire come in alcuni casi sembri che il tema della “novità” di questa dichiarazione sia stato sfruttato per attaccare l’impostazione del pontificato del papa Francesco nel suo complesso, anche sottolineando che un tale dissenso non costituirebbe una mancanza di rispetto e di fedeltà al Papa in quanto successore di Pietro. Di tutte le reazioni, forse quella che ha guadagnato più notorietà è stata la Lettera proveniente dall’Africa, in rappresentanza di «varie conferenze episcopali nazionali e interterritoriali in tutto il continente africano», che ha ottenuto il consenso del Papa e del prefetto del Dicastero. Si tratta di una lettera molto ben scritta, anche se si limita…

«Al di fuori della vita incarnata non c’è salvezza»
Fidalgo , Newsletter / 22 Dicembre 2023

Abbiamo camminato nell’Avvento per celebrare il Natale. Abbiamo celebrato questo mistero unico, dove l’umano e il divino si incontrano, si abbracciano e si baciano con amore di predilezione (cf. Sal 85,10-11). Un incontro che segna la proposta cristiana di una nuova umanità. A partire da questo paradigma fondamentale dovrebbero essere misurati, verificati e strutturati gli altri paradigmi dell’ispirazione umano-cristiana. Il Natale manifesta la predilezione del Dio-della-Vita per la sua creazione e le sue creature, apparendo con il chiaro segnale di volersi coinvolgere nella loro vita, ma con rispetto e profondità, come solo il vero amore sa fare. Predilezione per i più poveri e abbandonati, per i più trascurati e disumanizzati, perché da lì, da quell’apparente insignificanza, possa manifestarsi una luce di speranza come faro guida. La vita cristiana e la riflessione che l’accompagna non possono abbandonare questo luogo teologico fondamentale e il suo paradigma basilare, se vogliono mantenerne non solo il significato, ma anche, e soprattutto, la sua attualità e plausibilità storica. Se l’Avvento ci ha preparato all’attesa immediata e finale, è stato per aiutarci a generare due atteggiamenti semplici ma fondamentali che permettessero al Natale di fare storia nella nostra vita. Cioè, prepararsi all’abbraccio finale con il Dio-della-Vita, abbracciando…

In Memoria di Enrique Dussel (1934-2023)
Fidalgo / 28 Novembre 2023

Vorrei rendere un piccolo, ma spero significativo omaggio a questo fratello del cammino, un fratello per la sua origine, per le sue ricerche e scelte di vita e di riflessione, per i suoi contributi ampiamente conosciuti in molti ambienti accademici, anche se non sempre così bene conosciuto e stimato da chi forse dovrebbe. Nato in Argentina (Mendoza) e recentemente morto in Messico (05/11), sua terra d’adozione, sposato, con due figli. La sua formazione, filosofo, teologo, storico, è ampia e variegata, pur con opzioni ben definite; formò e sviluppò la sua attività formativa ed educativa in luoghi diversi e comprendendo prospettive diverse: Argentina; Spagna; Palestina; Francia; Germania; Messico. I suoi contributi sono sempre nati dall’amalgama della vita, sentita, sofferta e arricchita dalle sue ricerche e opzioni. Una riflessione a partire da una prassi vissuta e per una prassi trasformativa. Vale la pena iniziare il suo ricordo con le sue stesse parole che ci trasmettono quel duro momento che segnò non solo il suo esodo forzato dall’Argentina, ma il resto dei suoi percorsi. Nell’Introduzione alla sua opera Etica della Liberazione[1], racconta: «Ho iniziato a scrivere quest’opera nell’ottobre del 1993, vent’anni dopo aver subito in Argentina un attentato di estrema destra che distrusse…