Trascendere l’offesa nel dono
Bielinski / 2 Aprile 2021

Con i confratelli redentoristi si parla spesso a tavola, anche di quanto ho esposto nel precedente post. Specie di domenica, quando abbiamo più tempo per questo. A causa del coronavirus, si può stare solo in due per tavolo, per rispettare doverosamente le distanze cautelari. Questo fa sì che si possa entrare in un dialogo più interpersonale. Nella fiducia reciproca, anche a tavola si possono condividere più profondamente le cose che si vivono nella concretezza, intercettando le lezioni da imparare e le consolazioni da cogliere. Questo mi aiuta a lasciare il pensiero spesso troppo umano e a sintonizzarmi con il pensiero e lo stile di vita dello stesso Gesù che insieme cerchiamo di seguire nella vita religiosa. A volte emergono tratti sorprendenti, forse leggermente “oscurati” anch’essi, ma – quando esposti alla luce della carità reciproca – si trasformano. In uno dei colloqui è emersa una mia persistente mancanza di riconciliazione con l’esperienza che avevo fatto il Polonia, immerso appieno nella prima ondata della crisi sanitaria ancora in atto. Mi sto riferendo all’esperienza davvero forte, vissuta con la comunità dei redentoristi di Tuchów (seminario) dove mi trovavo in quei mesi. Il Covid-19 ha scombussolato tutto: noi che eravamo in buona salute abbiamo…

Del Espíritu Santo en la teología a la teología del Espíritu Santo. Hacia una teología en y con el Espíritu Santo
Fidalgo / 29 Maggio 2020

      La experiencia de vivir según el espíritu de familia, de una época, de un grupo o comunidad es significativa y, en gran parte, determinante para nuestras existencias. Vivir dentro de ese hálito fundamental nos da sentido de pertenencia y nos ofrece ciertas seguridades. Sentirse parte de una cultura, dejar que su espíritu llene nuestras acciones y comportamientos, gustos, poesías y canciones, elecciones cotidianas que les dan sabor y sentido al diario vivir, eso sí que es respirar y dejarse llevar por algo más que una mera programación o impulso instintivo. Así pues, hacemos la experiencia de realizarnos en y con ese elemento, que no es fácilmente conceptulizable, pues es algo que sin más se le percibe, se lo vive, se siente su presencia y atracción, se disfruta su gusto, se valora su fuerza y se celebra su carga identitaria. Podríamos darle miles de nombres, con lo cual explicaríamos mucho, si bien sería mucho más lo que se nos escaparía de tales clasificaciones, porque la experiencia es más desbordante que la precisión de los conceptos. Algo así ha ocurrido con el Espíritu Santo, ese gran olvidado/desconocido, que sin embrago nunca ha estado ciertamente ausente. Lo que ha sucedido…