A servizio di una teologia morale matura, seria, cattolica. Il discorso di papa Francesco ai partecipanti al capitolo dei Redentoristi
Massaro / 27 Ottobre 2022

«State prestando un servizio a una teologia morale matura, seria, cattolica. E con un livello impressionante, un livello accademico molto alto». Queste parole, pronunciate da papa Francesco nel suo discorso a braccio ai partecipanti al capitolo generale dei Redentoristi il 1° ottobre scorso, credo inorgogliscano non solo il corpo docente dell’Accademia Alfonsiana, ma chiunque, nei banchi di questa grande istituzione accademica, ha avuto e ha la gioia di formarsi. Le parole del pontefice, tuttavia, oltre a risuonare lusinghiere, colgono in profondità la peculiarità dell’impostazione teologico-morale che, ormai dal 1949 (anno della sua fondazione), l’Accademia offre ai suoi studenti, in obbedienza allo stile di sant’Alfonso Maria de Liguori, e, al contempo, propongono ulteriori spunti per indirizzare la riflessione e l’insegnamento dell’etica teologica. Una teologia morale “matura” La maturità della riflessione teologica non si misura soltanto sulla base dei risultati prodotti in termini di libri, articoli o corsi accademici. Nell’indicazione del papa appare chiaro che è matura una teologia morale che si intreccia con la prassi pastorale: «Maestri di morale – dice Francesco –, ma maestri di morale anche nel catechismo dei bambini, nel confessionale…». Ricordiamo bene la diagnosi impietosa che lo stesso pontefice riservò alla teologia morale in Amoris laetitia –…

Sinodalidad, ¿vino nuevo en odres viejos?
Fidalgo / 21 Ottobre 2022

Sin duda, es más que loable que la Iglesia, inspirada por las decisiones e improntas del papa Francisco, se lance con más o menos convicciones a procesos sinodales. Seguramente en muchas comunidades puede que todo este trabajo vaya dejando florecer necesarios frutos de vida nueva. Pero no obstante queda una doble duda, si será así en definitiva para toda la Iglesia, en y desde todas las comunidades, y si en verdad se quiere “una Iglesia siempre en transformación”, una Iglesia en verdad «en salida», siempre a la búsqueda del «encuentro» con “los otros”, los alejados, los perdidos, los descartados, las situaciones periféricas, los desafíos epocales, o solo se reflotan ciertas tendencias para robustecerse hacia adentro o defenderse mejor de las “insidias” y “ataques” “del mundo”, sin asumir los reales cambios a los cuales los signos de los tiempos y el mismo Espíritu impelen a la Iglesia de hoy como de siempre. En la línea del Vaticano II, la Iglesia sigue siendo llamada a configurar su identidad en y desde su impronta de servicio a la humanidad. Una Iglesia que asume que su configuración histórica no es ya – y quizás nunca debió haber sido – la de una “cristiandad”, sino…

Un contributo dalla tradizione alfonsiana per una teologia del sacerdozio
Sacco / 13 Maggio 2022

Un tempo il Sacerdote era lo studente per eccellenza di teologia morale. Questa disciplina nasce per insegnare ai confessori “i casi di coscienza”. Prima della svolta del Concilio Vaticano II la confessione era il “luogo” privilegiato per formare coscienze, e il Sacerdote ne era il formatore, la teologia morale la disciplina che formava i formatori. Nel corso del tempo la disciplina ha assunto una sua precisa fisionomia e un suo statuto epistemologico che la suggella come ambito della teologia, fondata sul Mistero di Cristo e nutrita di Sacra Scrittura. Essa è chiamata ad illustrare l’altezza della vocazione dei fedeli in Cristo e il loro obbligo di portare frutto nella carità per la vita del mondo (cf. Optatam totius, n. 16). Oggi gli studenti di teologia sono laici e laiche, sacerdoti, religiosi e religiose che accomunati dalla vocazione allo studio della teologia collaborano per portare le luce del Vangelo nel mondo contemporaneo (cf. Gaudium et spes, n. 43). Anche se l’orizzonte è ben più ampio che in passato, la teologia morale è una disciplina dall’intrinseca dimensione vocazionale. Pertanto, un Simposio su sacerdozio, celibato e vocazioni interpella anche la teologia morale. La Congregazione per i Vescovi e il Centro di Ricerca e…

L for language
McKeever / 29 Aprile 2022

«…language , in one who talks, does not translate a mature thought but rather accomplishes it». Maurice Merleau-Ponty             It is well known that for a good part of the 20th century language was a key theme in what is often called “analytical philosophy”, as perhaps best symbolized in the figure of Ludwig Wittgenstein. Less well known is the fact that language is often a key theme in what is known as “continental philosophy”, particularly in existentialism and phenomenology. This division has by now been somewhat overcome: a contemporary philosopher such as Claude Romano is extremely attentive to both these traditions (see particularly, Au cœur de la raison, la phénoménologie).             The purpose of this brief contribution is to comment on just one aspect of the theme of language in the thought of Maurice Merleau-Ponty. The aspect in question concerns the relationship between thinking and talking/writing. In everyday spontaneous conversation and discussion we tend to speak of thinking and talking as two separate, consecutive activities. While preparing a lecture, for instance, I may understand myself as first walking around the garden thinking and then going to my office and writing down what I have been thinking. Merleau-Ponty strongly denounces this…

«Una persona-una teología: íconos de una historia fecunda»
Fidalgo / 11 Febbraio 2022

«Una persona-una teología: íconos de una historia fecunda» En memoria de los 50 años de la primera edición del libro del hermano, pastor y teólogo, Gustavo Gutiérrez (08.06.1928): Teología de la liberación: Perspectivas, CEP, Lima, 1971[i]. La historia personal de Gustavo, con su desde donde geográfico y sociocultural, se fue entretejiendo con su caminar como presbítero-pastor-teólogo. El cual, desde su formación y camino pastoral, buscó responder con la mayor apertura y sinceridad que le fueron posible a lo que intuyera como el gran desafío para la fe cristiana. Dicha respuesta se fue gestando dentro de los vientos renovadores del Vaticano II y su recepción en Latinoamérica y el Caribe, en la II Conferencia General del Episcopado Latinoamericano realizada Medellín (1968), y se la puede ver esbozada en lo que se considera la antesala de su libro, su conferencia «Hacia una teología de la liberación», pronunciada durante el II Encuentro de Sacerdotes y Laicos realizado en Chimbote (Perú, 21-25/07/1968). Allí, dos cosas aparecen que serán como la raíz y la continuidad narrativa y estructural de la teología de la liberación (TdL): la importancia de los así llamados “signos de los tiempos” y que el quehacer teológico es siempre una función segunda,…