I Neuroni Specchio: l’importanza della consapevolezza delle proprie emozioni (2/2)

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Come abbiamo visto nel nostro BLOG precedente (link), la scoperta dei neuroni specchio offre una comprensione neurologica dell’empatia che rivela nuove conoscenze sulle relazioni con gli altri e sul giudizio morale. Infatti, il sistema dei neuroni specchio consente di assumere la prospettiva dell’altro, di sentire empaticamente le sue emozioni, per poi formulare un giudizio morale che sia in sincronia con il vissuto dell’altro, adattato alla sua situazione e orientato verso la promozione del suo bene.

Perciò, secondo Giacomo Rizzolatti[1], bisogna sviluppare e allenare il sistema specchio grazie alla neuroplasticità del cervello per poter aumentare la nostra capacità empatica[2]. La plasticità cerebrale è la capacità del cervello di adattarsi a nuove esperienze o emozioni, creando nuovi circuiti neuronali[3]. Quindi, quanto più una persona diventa cosciente, consapevole delle proprie emozioni e integra serenamente il proprio vissuto emotivo, tanto più questa autocoscienza emotiva contribuisce alla creazione di nuove connessioni neurali, e quindi allo sviluppo dei neuroni specchio. Di conseguenza, la consapevolezza delle proprie emozioni favorisce lo sviluppo del sistema specchio e della capacità empatica di comprendere e sentire meglio le emozioni e la sofferenza degli altri[4]. Per esempio, se una persona è a suo aggio con la propria tristezza e ha integrato serenamente le sue esperienze dolorose e triste della sua vita, i suoi neuroni specchio associati alla tristezza l’aiuteranno a sentire e a capire empaticamente la tristezza dell’altro, ecc.

Al contrario, se una persona non è consapevole delle proprie emozioni, non è in grado di gestirle o vive un blocco emotivo, ciò può provocare una certa inibizione nello sviluppo dei neuroni specchio[5]. Per esempio, se una persona prova difficoltà a gestire la propria tristezza, questo provocherebbe un deficit a livello del sistema specchio e quindi, le sarebbe più difficile assumere la prospettiva altrui e adottare una reazione empatica nei confronti della tristezza dell’altro[6]. Pertanto, questa persona potrebbe avere la tendenza a reprimere la sua tristezza, realizzando così un giudizio morale: che non sarebbe in sincronia con il vissuto emotivo altrui, che non sarebbe adattato alla situazione dell’altro, e che rischierebbe di essere più razionale, formale o normativo.

Si può capire dunque l’importanza di allenare il sistema dei neuroni specchio sviluppando una buona consapevolezza di se stessi e del proprio mondo emotivo ed affettivo. L’integrazione delle proprie esperienze emozionali costituisce dunque la matrice neurale che permette ai neuroni specchio di svilupparsi e di attivarsi:

  • per essere empatici, compassionevoli e misericordiosi, nei confronti della sofferenza e delle fragilità dell’altro;
  • per effettuare dei giudizi morali che possano aiutare gli altri a crescere gradualmente verso l’ideale morale del Vangelo e della Chiesa.

Pertanto, nel quotidiano della nostra vita proviamo ad allenare e sviluppare i nostri neuroni specchio, accogliendo l’amore incondizionato, compassionevole e misericordioso di Dio nei nostri confronti, grazie all’incarnazione e la redenzione del nostro Salvatore Gesù Cristo. Così, potremmo anche noi, adottare atteggiamenti empatici di compassione e di misericordia nei confronti dei nostri fratelli e sorelle sofferenti e fragili.

Mario Boies, C.Ss.R., M.Ps.


[1]    Giacomo Rizzolatti è un neurologo italiano dell’Università di Parma che ha scoperto negli anni ’90, il funzionamento dei neuroni specchio.

[2]    Cf. Rai, «Speciale TG1 – Super Cervello» (2014), in https://youtu.be/xxFOKG3IwZI, [Accesso: 23.03.2023].

[3]    Cf. M. Magrini, Cervello : manuale dell’utente. Guida semplificata alla macchina più complessa del mondo, Giunti Editore, Firenze/Milano 2019, 3a ristampa, 73-74.

[4]    Cf. Rai, «Speciale TG1 – Super Cervello».

[5]    Cf. M. Bourret, La puissance de l’empathie : une solution aux problèmes relationnels, Éditions Québec-Livres, Montréal 20142, 33.

[6]    Cf. Rai, «Speciale TG1 – Super Cervello».

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