Fraternità universale e amicizia sociale: Utopia o Realpolitik? Una lettura della Fratelli Tutti in ottica politica (parte 2/2)

(Fonte_IlGiornaleDelleFondazioni)

Avendo presentato in un post precedente la posizione della Fratelli tutti sul populismo e sulla migrazione, vogliamo ora considerare i temi della fraternità universale e dell’amicizia sociale come la base della risposta del Papa. La parola chiave qui è “base”. Questi due termini non costituiscono una proposta politica specifica e neanche una valutazione morale concreta, ma esprimono due atteggiamenti fondamentali che dovrebbero essere alla base di ogni politica e di ogni etica.

Per capire i termini fraternità universale e amicizia sociale bisogna capire prima fraternità familiare e amicizia personale, o prima ancor fratello e amico.

Che cosa è un fratello? Ne ho tre nella mia famiglia.  Siamo figli dello stesso padre e abbiamo giocato, litigato e condiviso come fanno fratelli. La parola “fraternità” in contesto familiare esprime tutta una costellazione di affetti, emozioni, sentimenti, atteggiamenti, disposizioni e usanze.

Che cosa è un amico? Ne ho perso uno due anni fa, morto a 60 anni. Siamo stati amici fraterni per 40 anni, in tempi felici e in tempi duri. La parola “amicizia”, anch’essa, esprime tutta una gamma di attitudini, aspirazioni, condivisioni e reazioni.  Notiamo bene che l’atteggiamento iniziale necessario per lo sviluppo di tutte queste qualità è una postura di apertura primordiale.  (Martin Heidegger dice che l’apertura non è solo una caratteristica dell’essere umano, ma una sua definizione).

Che cosa succede quando il Papa toglie queste parole dal contesto familiare o personale e ne fa uso nelle idee fraternità universale e amicizia sociale? Succede che siamo invitati ad allagare i nostri concetti di fraternità e di amicizia senza perdere tutte queste sfumature che abbiamo appena notato. Non posso essere fratello, familiare o amico personale di 7 miliardi di persone, ma posso decidere di avere la stessa postura iniziale verso tutti.

Arriviamo così alla domanda su Utopia o Realpolitik? La mia risposta è che le idee di fraternità universale e di amicizia sociale sono idee utopiche nel senso positivo del termine, cioè sono ideali che possono guidare nostro pensare e nostro agire. Proprio in quanto tali possono costituire una vera Realpolitik. Se 7 miliardi di persone si decidessero per questa forma di apertura questo sarebbe un fatto politico reale di enorme potenza. Questo fatto politico si farebbe sentire a ogni livello sociale: interpersonale, familiare, locale, regionale, nazionale, internazionale, globale. Si farebbe sentire anche a livello dei partiti politici: qualcuno che sinceramente decide di assumere una postura di apertura primordiale non può coerentemente votare per un partito populista o per un partito chiuso ai migranti. Utopia e Realpolitik sono opposti se capiamo Utopia come illusione e Realpolitik come cinismo, ma sono complementari se capiamo Utopia come gli ideali necessari per progettare la vita e Realpolitik come la forza che ognuno di noi veramente ha di determinare il proprio atteggiamento verso il prossimo.

p. Martin McKeever, CSsR

Nessun commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *