Curare i no vax?
Faggioni / 28 Gennaio 2022

In tempo di Covid-19, in coincidenza con le ondate ricorrenti, si ripropone il dramma della scarsezza di mezzi terapeutici rispetto alla domanda e la necessità di selezione i pazienti da avviare alle terapie disponibili. In Italia, nonostante l’intensa campagna di vaccinazione, resiste uno zoccolo duro di no vax. Si sta verificando che durante le ondate pandemiche i no vax contraggono il Covid-19 in forme molto più gravi dei vaccinati così che, in quest’ultimo mese, le terapie intensive si sono nuovamente riempite di pazienti gravi per Covid-19, il 70-80% dei quali sono no vax. L’occupazione anomala delle terapie intensive impedisce di eseguire interventi delicati già programmati che esigono un postoperatorio in terapia intensiva, chiede di impiegare un surplus di personale medico a scapito di altri settori della medicina, soprattutto preventiva, e assorbe notevoli risorse pubbliche. Davanti a questa situazione, la prima reazione viscerale potrebbe essere quella di negare ai no vax le terapie intensive: potevano vaccinarsi, sapevano i rischi della mancata vaccinazione ed hanno deciso di non farlo, ma adesso devono subire le conseguenze implicite nel loro comportamento scriteriato e antisociale liberamente scelto. Questa logica, non in forma così cruda, ovviamente, sta nel cuore di una recente lettera della Consulta di…