Promesse e problemi con gli organoidi cerebrali
Faggioni / 25 Giugno 2024

Gli organoidi sono strutture biologiche tridimensionali, derivate in vitro da cellule staminali pluripotenti o da cellule somatiche, che riproducono in miniatura istologia e funzionalità di organi dell’organismo [vedere post precedente sugli organoidi]. Gli organoidi rappresentano una delle grandi speranze della biomedicina sia nel campo della ricerca sia nel campo della medicina rigenerativa. Esistono organoidi riferibili a cuore, reni, intestino e altri organi, incluso il cervello. Gli organoidi cerebrali (brain o cerebral organoids) sono strutture tridimensionali autoassemblate formate da centinaia di migliaia fino a milioni di cellule che ricordano l’organizzazione cellulare e trascrizionale e l’impronta epigenetica di un cervello umano in sviluppo. Rispetto agli altri organoidi, presentano potenzialità e problematiche del tutto particolari alle quali dedichiamo questo intervento[i]. Un primo ambito di applicazione degli organoidi cerebrali è quello sperimentale. Le tecniche fin qui usate per studiare in vitro il tessuto cerebrale sono poco soddisfacenti perché si tratta di cellule isolate dal loro contesto naturale e dalla complessa architettura del tessuto cerebrale. Queste condizioni sono troppo lontane dalla realtà per poter studiare temi come lo sviluppo del cervello o il suo funzionamento normale o la fisiopatologia dei disturbi neuropsicologici e psichiatrici. Gli organoidi cerebrali dovrebbero permetterci di superare queste limitazioni. Già ci…

La sfida bioetica degli organoidi
Faggioni / 24 Giugno 2024

Una delle innovazioni più promettenti nel campo della ricerca biomedica è costituita dai cosiddetti organoidi[1]. Un organoide è una struttura biologica tridimensionale derivata da cellule staminali pluripotenti o cellule differenziate che si auto-organizzano attraverso interazioni cellula-cellula e cellula-substrato/matrice per ricreare in vitro aspetti dell’architettura e della funzione di un determinato organo. Già dagli anni ’90 del secolo scorso era stata segnalata la possibilità di passare dalle classiche colture cellulari monostrato a strutture con architettura tridimensionale, ma lo sviluppo di questo campo di ricerca è diventato tumultuoso nell’ultimo decennio grazie ad un miglioramento nella nostra capacità di manipolare le staminali, ad una più profonda comprensione dei meccanismi di differenziazione cellulare, e all’introduzione di tecniche biomediche innovative, quali la stampa a 3 D. Le cellule di partenza possono essere cellule staminali derivanti dalla disgregazione di blastocisti (ESCs) oppure da staminali prelevate da un corpo adulto oppure da staminali pluripotenti indotte (iPSCs) secondo la metodica di riprogrammazione delle cellule somatiche inizialmente proposta da Takahashi e Yamanaka. Oltre alle staminali, è un dato acquisito che gli organoidi possono essere originati anche da cellule differenziate, come, per esempio i colangiociti, cellule delle vie biliari del fegato. Allo stato attuale delle ricerche gli organoidi si presentano…

Dignitas infinita
Faggioni / 6 Maggio 2024

Dopo un iter piuttosto laborioso e un intervento diretto del Santo Padre che chiedeva di “evidenziare nel testo tematiche strettamente connesse al tema della dignità, come ad esempio il dramma della povertà, la situazione dei migranti, le violenze contro le donne, la tratta delle persone, la guerra”, l’8 aprile 2024 è stata pubblicata la dichiarazione Dignitas infinita. La categoria di dignità non ha le connotazioni religiose della categoria di sacralità e la sua scelta, come cardine ideale del documento, può essere intesa come il tentativo di impostare un dialogo con la cultura secolare. Il rispetto della dignità delle persone rappresenta, infatti, un principio “che è pienamente conoscibile anche dalla sola ragione” (DI, n. 1) e che ha avuto un’autorevole eco nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948. La dignità della persona è un dato originario e sulla sua accoglienza è possibile costruire un’autentica fraternità universale. La dichiarazione è ben consapevole che la nozione di dignità è polisemica e non è da tutti compresa in modo univoco, portando talora a scelte e atteggiamenti fatti in nome della dignità umana che ad altri sembrerebbero in aperta contraddizione con una comprensione più retta. Basti pensare all’idea di…

Curare i no vax?
Faggioni / 28 Gennaio 2022

In tempo di Covid-19, in coincidenza con le ondate ricorrenti, si ripropone il dramma della scarsezza di mezzi terapeutici rispetto alla domanda e la necessità di selezione i pazienti da avviare alle terapie disponibili. In Italia, nonostante l’intensa campagna di vaccinazione, resiste uno zoccolo duro di no vax. Si sta verificando che durante le ondate pandemiche i no vax contraggono il Covid-19 in forme molto più gravi dei vaccinati così che, in quest’ultimo mese, le terapie intensive si sono nuovamente riempite di pazienti gravi per Covid-19, il 70-80% dei quali sono no vax. L’occupazione anomala delle terapie intensive impedisce di eseguire interventi delicati già programmati che esigono un postoperatorio in terapia intensiva, chiede di impiegare un surplus di personale medico a scapito di altri settori della medicina, soprattutto preventiva, e assorbe notevoli risorse pubbliche. Davanti a questa situazione, la prima reazione viscerale potrebbe essere quella di negare ai no vax le terapie intensive: potevano vaccinarsi, sapevano i rischi della mancata vaccinazione ed hanno deciso di non farlo, ma adesso devono subire le conseguenze implicite nel loro comportamento scriteriato e antisociale liberamente scelto. Questa logica, non in forma così cruda, ovviamente, sta nel cuore di una recente lettera della Consulta di…

Vaccini, obblighi e dinieghi
Faggioni / 19 Novembre 2021

In questo intervento vorrei riprendere il discorso sull’obbligo vaccinale iniziato in un post precedente, a partire dalla distinzione che abbiamo posto fra obbligo giuridico e obbligo morale, ben consapevoli che queste categorie sono tutt’altro che univoche e che sono oggetto di discussioni plurisecolari. Nel dibattito pubblico si parla per lo più – è ovvio – dell’obbligo giuridico e del diritto che lo Stato ha o non ha di imporre le vaccinazioni forzando, se necessario, i cittadini. Personalmente condividiamo la posizione del Comitato nazionale per la Bioetica che nel 2020, nel contesto della pandemia di Covid-19, ha affermato «che, nell’eventualità che perduri la gravità della situazione sanitaria e l’insostenibilità a lungo termine delle limitazioni alle attività sociali ed economiche, non vada esclusa l’obbligatorietà dei vaccini soprattutto per gruppi professionali che sono a rischio di infezione e trasmissione di virus; tale obbligo dovrà essere revocato qualora non sussista più un pericolo significativo per la collettività»[i]. Se ci poniamo in un orizzonte squisitamente etico, la nozione di obbligazione non può essere intesa come una norma per così dire esterna alla persona che impone un certo comportamento, ingiungendo o vietando, nei confronti e nell’interesse di un altro soggetto anche collettivo, ma deve essere ricondotta…