Cancel Culture
Amarante / 4 Marzo 2022

Il fenomeno della cancel culture a livello morale deve porre delle domande. Questo concetto nato come la volontà di togliere il like o il mi piace ad una determinata immagine o frase apparsa sui social, si è trasformato in uno “scaricare qualcosa o qualcuno. Rifiutare un individuo o un’idea” imponendo una cultura unica. L’evoluzione del concetto sta continuando tanto da trasformarsi in una chiara volontà di processo al passato prossimo o remoto. La cancel culture porta dentro di sé una deriva autodistruttiva della società senza proporre qualcosa di costruttivo capace di tenere insieme le diversità. Questo fenomeno, che si configura per la sua rabbia esplosiva per tutto ciò che non si condivide, è possibile osservarlo in modo chiaro nei campus universitari e nei dibattiti politici in nord America. Qualche studioso ha paragonato la cancel culture ad un correttore collettivo che vuole abbattere simboli (si pensi alle statue di Cristoforo Colombo distrutte negli USA), processare il passato (il caso degli abusi ottocenteschi sui nativi in Canada), riscrivere totalmente il concetto di ciò che è buono, in virtù di una tolleranza e di una normatività etica e legislativa da riscrivere da un solo punto di vista che diventa egemone. La cancel culture…