A tu per tu con una macchina: le interfacce cervello-computer
Pizzichini / 2 Aprile 2024

Ha fatto scalpore, qualche settimana fa, l’annuncio da parte di Elon Musk del riuscito impianto di un chip in un cervello umano (qui). Ciò che fa discutere, però, non è tanto il fatto di essere giunti a far interagire con successo il cervello umano con un dispositivo tecnologico, poiché quella delle interfacce cervello-computer (brain-computer interfaces, BCI) è una linea di ricerca ormai consolidata da anni e con risultati importanti (qui). Ciò che colpisce è l’orizzonte di tale lavoro, che Musk non nasconde: iniziare col risolvere gravi disabilità derivanti da danni cerebrali (es. paralisi o cecità), per poi giungere a controllare attivamente col pensiero il proprio smartphone o il computer (qui e qui). Una vera e propria telepatia, insomma: la nuova frontiera dello sviluppo digitale. Le interfacce cervello-computer Questo suscita certamente molti interrogativi in campo etico, prima di tutto sulla liceità di alcune applicazioni delle BCI. Ad esempio, uno dei problemi più dibattuti in questo campo riguarda il cosiddetto potenziamento (enhancement), vale a dire l’incremento delle funzioni cerebrali oltre la loro soglia “normale” in un contesto di salute – quindi non per recuperare un deficit di funzioni sopravvenuto per cause esterne. È lecito questo tipo di interventi? E se sì, in…