“Continuare l’ascolto misericordioso”, il Sinodo di Sabatino Majorano, C.Ss.R.

“Continuare l’ascolto misericordioso”, il Sinodo di Sabatino Majorano, C.Ss.R.

Testimonianza sul Sinodo dei giovani del
Rev. P.  Sabatino Majorano, C.Ss.R.     


Nell’Angelus di domenica 28 ottobre, al termine della solenne celebrazione in S. Pietro per la conclusione del Sinodo, Papa Francesco, riconoscendo che i frutti del lavoro sinodale «stanno già “fermentando”, come fa il succo dell’uva nelle botti dopo la vendemmia», ha sottolineato che «il primo frutto di questa Assemblea sinodale dovrebbe stare proprio nell’esempio di un metodo che si è cercato di seguire… un modo di essere e lavorare insieme, giovani e anziani, nell’ascolto e nel discernimento, per giungere a scelte pastorali rispondenti alla realtà».

Far proprio e promuovere in maniera più convinta questo “metodo” dovrà essere una delle preoccupazioni principali della teologia morale nei prossimi anni, superando quel ripiegamento autoreferenziale, che l’ha resa a volte poco preoccupata per l’effettiva “praticità” e significatività delle sue affermazioni. È questa del resto anche una delle istanze fondamentali sottolineate in Veritatis gaudium per tutta la ricerca teologica: la necessità del «dialogo a tutto campo: non come mero atteggiamento tattico, ma come esigenza intrinseca per fare esperienza comunitaria della gioia della Verità e per approfondirne il significato e le implicazioni pratiche» (n. 4b).

 Per questo è prioritario l’ascolto attento e fiducioso: «Quant’è importante per noi ascoltare la vita – ha ricordato papa Francesco nell’omelia della celebrazione eucaristica del 28 ottobre – I figli del Padre celeste prestano ascolto ai fratelli: non alle chiacchiere inutili, ma ai bisogni del prossimo. Ascoltare con amore, con pazienza, come fa Dio con noi». Per l’Accademia Alfonsiana si tratta di continuare a sviluppare l’ascolto misericordioso, radicato nella condivisione, che ha portato Sant’ Alfonso a diventare «il rinnovatore» della teologia morale, come sottolineava san Giovanni Paolo II (Spiritus Domini).

 Del resto solo partendo da questo “ascolto” è possibile delineare una proposta morale che sia fedele al “farsi compagno di cammino” che il Cristo risorto propone ai discepoli sulla strada per Emmaus. Le tre parti del Documento finale partono proprio dal racconto di Luca: «La prima parte è intitolata “Camminava con loro” (Lc 24,15) e cerca di illuminare ciò che i Padri sinodali hanno riconosciuto del contesto in cui i giovani sono inseriti, evidenziandone i punti di forza e le sfide. La seconda parte, “Si aprirono loro gli occhi” (Lc 24,31), è interpretativa e fornisce alcune chiavi di lettura fondamentali del tema sinodale. La terza parte, intitolata “Partirono senza indugio” (Lc 24,33), raccoglie le scelte per una conversione spirituale, pastorale e missionaria» (n. 4).

 Per la teologia morale si tratta particolarmente di far propria l’urgenza, ricordata dal Sinodo a tutta la comunità cristiana, di affrancarsi dalla «tendenza a fornire risposte preconfezionate e ricette pronte, senza lasciar emergere le domande giovanili nella loro novità e coglierne la provocazione» (n. 8). La proposta morale dovrà scaturire e concretizzare il “farsi prossimo” del Cristo, che ricordava ancora il Papa nell’omelia, «si è sporcato le mani per ciascuno di noi». Potrà allora essere parola di speranza che guarda al futuro: promuovendo il dialogo tra le generazioni, aiuterà i credenti a essere effettivamente «portatori di vita nuova: non maestri di tutti, non esperti del sacro, ma testimoni dell’amore che salva».

Sabatino Majorano, C.Ss.R.
Professore emerito dell’Accademia Alfonsiana