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Attività Culturali

Commissione Attività Culturali
9 maggio 2017

Presentazione del libro del Prof. Martín Carbajo Núñez
Sorella madre terra. Radici francescane della Laudato sii

La cura del creato è parte integrante della spiritualità francescana ed è oggetto di studio nella riflessione teologico morale, due prospettive che convergono nel volume del Prof. M. Carbajo Nuñez: Sorella madre terra. Radici francescane della Laudato sii, pubblicato dalle Edizioni Messaggero Padova nel 2017 e presentato in Accademia Alfonsiana il 9 maggio 2017. L’autore, docente straordinario della facoltà di teologia della Pontificia Università Antonianum, è docente invitato di Teologia morale sistematica presso l'Accademia Alfonsiana e in altre istituzioni accademiche.
Il Preside dell’Alfonsiana, il Prof. A. Wodka nel rivolgere parole di accoglienza ai convenuti e congratulazioni per lo studio del Prof. Carbajo ricorda una delle espressioni chiave della Laudato sii (LS): tutto è connesso, tutto è in comunicazione, il che porta a provare gratitudine verso la nostra madre terra ma anche a fare un mea culpa per tutto il male che le facciamo.
Stessa gioiosa gratitudine è espressa da Fra Jaime Campos, Direttore dell’Ufficio generale OFM per Giustizia, Pace e Integrità del Creato. LS, ha affermato P. Campos «è il fondamento magisteriale attuale per promuovere la cura della casa comune. Lo studio di P. Carbajo è motivo di letizia e di speranza per quanti si impegnano a cercare cammini di liberazione e di promozione integrale». È interessante sottolineare che il testo si colloca a due anni dalla pubblicazione della LS.
La presentazione è affidata al Prof. S. Morandini, docente presso l’Istituto di Studi Ecumenici “San Bernardino” a Venezia. Egli segnala le due direzioni nelle quali il testo procede: l’indagine del background teologico di LS e l’esame delle tematiche affrontate dall’Enciclica. Tra le fonti segnala il riferimento a Francesco d’Assisi, al Concilio Vaticano II – non citato spesso da Papa Francesco ma di cui si sente il respiro in ogni pagina –, la dimensione ecumenica che è forte in tutto il documento, l’integrazione con la Dottrina sociale della Chiesa, con la teologia dell’America Latina; interessanti anche i richiami a R. Guardini e Teilhard de Chardin. Questo porta il Morandini a proporre la LS come riflessione sapienziale di rilancio dei grandi temi teologici, che sono la seconda direttrice del volume presentato: ecologia,  economia, etica, teologia, clima, migranti, tutti temi per i quali Papa Francesco dà indicazioni forti. Sorella madre terra. Radici francescane della Laudato si’ mette ben in evidenza come LS si strutturi intorno all’idea di famiglia creaturale, di ecologia integrale, che non è solo categoria teologica, è molto di più, come si evince dalla reazione che ha coinvolto anche il mondo non credente, in primis il mondo scientifico.
Quattro capitoli strutturano il volume. Il primo è un ripensamento della crisi che viviamo, che è ben più di una crisi ecologica, è anche antropologica. In questo capitolo sono descritte le etiche ambientali di cui si sottolinea la parzialità. Successivamente è ripreso il rapporto LS e Magistero precedente, per cogliere la continuità e la novità. Il secondo e il terzo capitolo, per il Morandini sono il nocciolo del testo, di cui mette in evidenza la dimensione ecumenica. L’Enciclica – afferma – va letta nello “spirito di Assisi”, inteso come luogo ecumenico. LS è un invito alla corresponsabilità per la cura comune della nostra casa comune. Il quarto capitolo propone la riconciliazione e la ricostruzione della grande famiglia cosmica.
Oltre ad offrire uno studio preciso dei fondamenti teologici e dei temi di LS, il volume di Carbajo offre interessanti spunti di approfondimento. Tra i diversi che il Morandini richiama si segnala il rimando alla maniera corretta di leggere la modernità tecnocratica e la necessità di ricercare una convergenza tra i saperi. Anche tra essi occorre costruire ponti, alleanze!
In conclusione della serata fraterna e gioiosa ma al contempo stimolante per la riflessione prende la parola il Prof. Carbajo, il quale ricorda come è di tradizione per i francescani leggere la realtà dal punto di vista dei valori che essi hanno sposato. Uno di questi è il dialogo, che è nel DNA francescano. A partire da questo valore LS provoca molto e rinvia ad un rapporto autentico e sereno con la cultura del nostro tempo, il che a sua volta rimanda alla necessità dello studio e dell’approfondimento per il quale il volume Sorella madre terra. Radici francescane della Laudato sii si offre in ausilio.

 

Presentazione di Martín Carbajo Núñez, Sorella Madre terra. Radici francescane della Laudato Si', Messaggero, Padova 2017.
Simone Morandini (Istituto di Studi Ecumenici San Bernardino; Fondazione Lanza)

È per me un piacere intervenire su un volume così significativo, dedicato ad un testo come la Laudato Si’ (LS) che torno sempre a studiare con passione. Procederò a delinearne il valore in quattro punti.

1) Va sottolineato in primo luogo che il testo di p. Carbajo Núñez si colloca nel contesto di una pluralità di studi usciti negli ultimi anni ormai davvero vasta , di un dibattito a vasto raggio. G. Mocellin, esperto di media religiosi, evidenzia ani come sia necessario risalire fino alla Pacem in Terris per trovare qualcosa di analogo. A quasi due anni dalla pubblicazione dell’Enciclica, dopo gli immediati - e del tutto comprensibili - entusiasmi e le prime letture, talvolta unilaterali, questo è allora il tempo della ripresa sistematica e dell'approfondimento, soprattutto lungo due direzioni principali:

  • da un lato l'indagine delle fonti teologiche: dalla tradizione francescana a quella ignaziana; dalla riflessione latinoamericana (L. Boff) a quella dei teologi esplicitamente citati (R. Guardini e P. Teilhard de Chardin); dai riferimenti al pensiero ecumenico contemporaneo (Bartolomeo I, J. Moltmann) a quelli al concilio Vaticano II ed alla Dottrina Sociale della Chiesa. Tanta varietà evidenzia come l'enciclica si imponga come sintesi mirabile, espressione sapienziale di ripresa e rimodulazione di molti grandi temi teologici. Si pensi, ad esempio, alle parole di commento dedicate ad essa dallo stesso papa Francesco: LS non è un'Enciclica verde, ma di un Enciclica sociale: non è anche un modo di ridisegnare completamente ciò che significa pensiero etico-sociale oggi, includendovi la dimensione ecologica quale sua componente costitutiva? 
  • dall’altro l'esame approfondito delle diverse tematiche (ecologia, economia, teologia, etica, questione migranti) per le quali la LS invita a costruire processi di dialogo e di trasformazione eticamente orientati alla cura. Emerge chiara una pluralità di registri concettuali incompatibile con ogni pretesa di reductio ad unun della ricchezza del testo, anche se la si volesse cercare sul piano teologico. Basti pensare in tal senso a due categorie chiave dell'Enciclica come "comunità della creazione", caratteristica del cap. II, e "ecologia integrale", centrale per il IV. Evidentemente connesse, esse attingono, però, anche a universi linguistici e concettuali diversi, evidenziando una doppia linea di discorso, certo non incoerente, ma piuttosto attenta alla pluralità delle nostre esperienze del mondo in questo tempo di cambiamento.

Emerge via via, insomma, l'ampiezza e la fecondità di un movimento concettuale che si rivela anche nella varietà e la ricchezza delle reazioni attivate dal testo, nel mondo culturale, nella società civile, negli scenari politici. Si pensi in tal senso al gioco di interlocuzioni attivate con mondi culturali diversi, a partire da quello scientifico, all’attivazione di energie sul clima (in vista della COP 21 e dopo di essa, ad esempio, nel Catholic Climate Movement). Si pensi anche alle critiche e ai rifiuti - in politici come D.Trump, ma anche in certo cattolicesimo moderato, insofferente per lo stile dialogico di Francesco in LS. È davvero un testo che fa epoca; che indica prospettive per comprendere ed abitare quella che non è solo un'epoca di cambiamento, ma un vero cambiamento d'epoca – per usare le parole indirizzate dallo stesso papa Francesco alla Chiesa italiana nel convegno ecclesiale svoltosi a Firenze nel novembre 2015. Né esso esprime una prospettiva alternativa all’attenzione pastorale espressa in altri testi, come Amoris Laetitia o Misericordiae Vultus: è piuttosto l’invito a cogliere la relazione tra diverse dimensioni di quella misericordia, che si declina anche come fattore costitutivo di un rinnovato paradigma etico-ecologico-sociale.

2) In questo contesto si colloca la corposa ricerca di Martín Carbajo Núñez, che contribuisce al dibattito disegnando una significativa traiettoria per la lettura e la comprensione di LS alla luce del riferimento alle sue radici francescane (il cui punto di forza è quindi soprattutto nella prima delle due linee di lettura sopracitate).
Il testo muove da una ridescrizione della crisi socioambientale, ma anche dell'ideologia antropocentrica in cui essa si radica (che Carbajo Núñez vede inscindibilmente collegata con l'atteggiamento tecnoscientifico), così come delle etiche elaborate, criticate come parziali e inadeguate. Emergono già in tale prima sezione alcuni referenti polemici della riflessione dell’A.: il paradigma tecnocratico, la cultura consumistica dello scarto (di persone e di beni della terra), una visione riduttiva dello sviluppo, una concezione strumentale delle relazioni che soffoca la gratuità e la fraternità (un non-tuismo), una laicità che non sa cogliere la positiva rilevanza del religioso in ordine alla crisi ambientale. 
Al centro però sta soprattutto l'esame delle radici francescane della proposta di LS, con attenzione alle fonti: nel II capitolo Francesco d’Assisi e i sui scritti, a disegnare un modello di fratellanza creaturale (oltre il dominio e l'amministrazione), da recuperare in un contesto culturalmente e socialmente inedito. Al centro qui parole come fratellanza, minorità, castità, dono, rilette nella luce della Croce contemplata, come componenti di un amore per la creazione che invita a ritrovare quei legami che la modernità ha spezzato. Il riferimento del III capitolo a due pensatori della tradizione francescana come Bonaventura e Duns Scoto apre poi all'approfondimento del loro contributo ad una comprensione della creazione ed alla conversione ecologica, fino all'indicazione nel IV di alcune linee che da esse possono venire per far fronte alla crisi stessa. Quella che ci offre p. Carbajo Núñez è dunque soprattutto la ripesa e la valorizzazione delle potenzialità di una tradizione che è certamente premoderna - ma non pregiudizialmente anti-moderna - per disegnare un'altra modernità, da abitare in forme umane e moralmente alte. Siamo così condotti aldilà di un orizzonte sempre esposto al rischio di rompere i legami con le altre creature: "abbiamo bisogno di ripristinare i rapporti interrotti, per poterci sentire gioiosamente fratelli nella casa comune" attuando "relazioni fraterne e gratuite" sul modello della famiglia, scrive p. Carbajo Núñez a p.28.
 Ma quali elementi accentua il testo? Qual è il Francesco (santo) di Francesco (papa) che esso ci invita a riscoprire? quali elementi della tradizione francescana ci presenta, nella loro densità interpellante? Mi pare di poterne cogliere alcuni di particolare rilievo:

  • Una comprensione relazionale pur attenta alle singolarità; un'antropologia in cui l'"ultima solitudo" dell'essere umano si dispiega come libertà entro la relazione.
  • Un'ontologia creazionale centrata sulla libertà di un amore creatore. Essa orienta alla considerazione di parole come bontà radicale e sacramentalità della creazione, ma anche di una singolarità delle creature radicata in un pensiero attento alla haecceitas.
  • Un'attenzione per la pluralità trinitaria quale fondamento di quella "unità nella diversità" che "rende possibile il cosmo come casa accogliente" (p.169). Se "Dio crea per continuare nel tempo l'eterno dialogo intra-trinitario" (p.143) si delinea un cristocentrismo che apre su un antropocentrismo della fraternità e della relazione, invitando ad una contemplazione animata da affetto per i viventi.
  • La percezione di una misericordia più grande del cosmo, espressione di un Dio che gode nel fare spazio all'alterità, che gratuitamente la costituisce come partner di dialogo, che opera come potere non violento per costruirla nella distinzione armoniosa.
  • Una comprensione del peccato come rottura di armonia, distante da una visione dell'uomo come amministratore responsabile, chiamato a coltivare e custodire. Ad essa corrisponde un’istanza di conversione ecologica - da un antropocentrismo deviato dispotico eccessivo per un umanesimo della responsabilità, della fraternità e della tenerezza.
  • Il riferimento allo “spirito di Assisi”, inteso come prospettiva di dialogo a tutto campo, con fedi e religiosi, per costruire pace e giustizia.

Questa linea centrale (che include i capitoli II e III, innerva anche il IV) offre davvero molto per aiutare a cogliere la profondità che il riferimento alla tradizione francescana offre alla considerazione della questione ambientale, avendo in Francesco d’Assisi un’icona di ecologia integrale.

3) Mi permetto, però, anche di segnalare alcuni rischi cui potrebbe essere esposta tale linea:

  • Nella forte perorazione per la ripresa di una libertà relazionale, se ne accentua decisamente l'origine tipicamente cristiana, con una certa polemica contro la modernità. Non si rischia di identificare un po’ unilateralmente quest’ultima con la sua versione tecnocratica, senza coglierne l'irriducibilità ad essa? Certo è una linea presente in Guardini, ampiamente citato nel III cap. di LS, ma non sembra affatto che papa Francesco la faccia propria.
  • Un analogo accento polemico si trova in affermazioni come quella di p.188: "Bisogna rivedere la concezione antropologica. La cura dell'ambiente sarà inefficace se si parte da un'antropologia negativa, che nega l'intrinseca socievolezza dell'essere umano e ignora la sua natura relazionale". Lo stesso papa Francesco in LS richiama certo la densità antropologica della crisi socio-ambientale (nn.117-8), ma accentua anche la dimensione delle convergenze possibili. Si pensi al n.93 sulla destinazione comune dei beni della terra come eredità comune: esso dice anche che possono esservi orizzonti ideali diversi disponibili ad un pensiero della cura.  
  • C’è un certo atteggiamento competitivo nei confronti della scienza moderna: "I seguaci di Francesco propongono (...) una conoscenza sapienziale che va ben oltre l'attuale impostazione della conoscenza scientifica" (p. 226); "L'uomo sapiente ha una visione integrale della realtà" e quindi "supera così l'atteggiamento cosificatore dello scienziato che tutto riduce a oggetti di analisi e dissezione" (p.171). Non si rischia di ridurre a polo negativo la ricerca scientifica, che invece LS valorizza ampiamente, non solo nel I capitolo?  
  • Non sarebbe insomma anche in tali ambiti pensabile un atteggiamento più orientato al dialogo, per il quale pure il capitolo IV del testo di p. Carbajo Núñez offre una preziosa perorazione? Lo spirito di Assisi invita certo ad una convergenza tra le diverse fedi per costruire JPIC, ma non come “fronte” contro altri riferimenti ideali non religiosi. 

4) Alla luce di tali considerazioni vorrei concludere indicando alcuni temi per i quali la ricerca di p. Carbajo Núñez dischiude prospettive di ulteriore approfondimento, per un pensiero davvero integrale:

  • La modernità: come far sì che la ricchezza dei riferimenti teologici e culturali dispiegati valga ad informare cultura - inclusa quella moderna – senza limitarsi alla contrapposizione ad essa? Non mancherebbero certo interlocutori attenti; un’intellettuale laica come E. Pulcini sottolinea come, accanto all'”individuo senza passioni”, la stessa modernità abbia pure disegnato una figura di soggetto diversa, attenta alle passioni sociali, nel segno della cura. Non sarebbe possibile un dialogo con tali tradizioni, per un processo di mutuo apprendimento e di approfondimento? Occorrerebbe forse pensare la misericordia non solo come contenuto di un messaggio ma anche come prospettiva epistemologica, capace di sostenere una politica del dialogo, tesa a ricercare alleanze possibili per i processi di ricerca condivisa auspicati da LS
  • Potrebbe aiutare in tal senso una più vasta articolazione del gioco dei riferimenti teologici, approfondendo l’interazione feconda avviata da LS tra la ricchezza di un'ontologia francescana, che orienta a pensare in termini di comunità della creazione, ed altri orizzonti. Di particolare interesse ad esempio un’articolazione col pensiero etico-sociale, in LS profondamente segnato dall’orizzonte ignaziano.
  • Da ampliare anche il rapporto tra l’orizzonte teologico e gli specifici punti focali (esaminati attentamente da LS nei capitoli I e V), tra le istanze fondamentali e quelle regionali, secondo la logica delle etiche applicate. Ciò esige però un confronto più analitico con le scienze secondo la chiara indicazione di LS: l’ecologia integrale non rivendica alla teologia una prospettiva integrale contrapposta alla supposta frammentarietà di altre competenze, ma convoca una pluralità di saperi per un'interazione critica e costruttiva.

L’indicazione di sfide e prospettive aperte non mira certo a ridurre il grande valore della ricerca di p. Carbajo Núñez, ma al contrario ad evidenziare alcune direzioni lungo le quali valorizzare ancora le preziose prospettive che essa disegna: Francesco quale icona di ecologia integrale col suo sguardo denso e gioioso sul creato, l'enucleazione di alcuni atteggiamenti fondamentali, il riferimento al volto di Dio in cui essi si radicano. È un pensiero della gratuità della misericordia e del dono, che nell’anno della Riforma rivela anche valenze ecumeniche: LS ricorda che la stessa grazia giustificante è anche, più radicalmente, la forza che muove le dinamiche del mondo fin dall’origine. Per tutta questa vivificante realtà il libro di p. Martín invita a dire, con l'uno e l'altro Francesco, "Laudato sì".


In italiano, ad esempio, U. Sartorio, Tutto è connesso. Percorsi e temi di ecologia integrale, EMI, Bologna 2015; J.I.Kureethadam, Cura della casa comune. Introduzione a Laudato si’ e Sfide e prospettive per la sostenibilità, LAS, Roma 2015; C. Simonelli, Guida alla lettura, in Papa Francesco, Laudato Si’. Sulla cura della casa comune, Piemme, Casale Monferrato 2015, pp. 5-53; L.Boff et alii, Curare madre terra. Commento all’Enciclica Laudato Si’ di papa Francesco , EMI, Bologna 2015;AAVV, Laudato Si’ sulla cura della casa comune. Custodire la terra, coltivare l’umano, Società Cooperativa Sociale Frate Jacopa, Roma 2015; AAVV. Ripensare la cura della casa comune. Laudato sì: il dibattito e le sfide, Focus di Studia Patavina 63 (2016), n.3, pp.563-642; S.Cavalli (a cura), La recezione ecumenica della Laudato Si’, Studi Ecumenici 34 (2016), nn.1-2; Dal Corso M., Salvarani B., Le religioni e la cura della casa comune. Una ricezione interreligiosa dell’enciclica Laudato Sì, Quaderni di Studi Ecumenici 33, Venezia 2016; U.M.Yañez (a cura), Laudato Si’. Linee di lettura interdisciplinari per la cura della casa comune, Gregorian&Biblical Press, Roma 2017;.Ci permettiamo poi di rimandare ai nostri S.Morandini, Laudato si’. Un’Enciclica per la terra, Cittadella, Assisi 2015; Id., Un amore più grande del cosmo. Laudato Si’ per un anno di misericordia, Cittadella, Assisi 2016.