Attività Culturali
Commissione Attività Culturali
Giornata di Studio: Parola di Dio e Morale
20 novembre 2008
Seduta
della mattina |
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Il nuovo documento ha fornito l’occasione propizia per approfondire l’indicazione impegnativa di Dei Verbum 24 che chiedeva di fare della Scrittura l’anima della teologia e per verificare, dopo quasi mezzo secolo dal Concilio, i frutti di un percorso che ha visto tra i suoi pionieri alcuni esponenti eminenti dell’Accademia, come padre Bernhard Häring (1912-1998).
La giornata di studio si è svolta il 20 novembre 2008 a Roma, nell’Aula Magna dell’Accademia, gremita di professori e studenti sia dell’Accademia sia di altre facoltà romane. La sessione mattutina è stata introdotta e moderata dal Prof. Martin McKeever, preside dell’Accademia.
La prima relazione
era stata affidata al Prof. Vincenzo Viva ed era destinata a tracciare
un quadro storico-critico sulla presenza e l’uso della Scrittura
nella manualistica teologico-morale già nel momento della
sua nascita, all'indomani del Concilio di Trento, e in alcune
tappe successive che hanno preparato il rinnovamento post-conciliare
con alcuni suoi nodi problematici tuttora attuali. Per una indisposizione
improvvisa del Prof. Viva, la conferenza non ha potuto essere
proposta, ma sarà pubblicata negli Atti della giornata.
Prof. Andrzej Wodka - La Parola di Dio nella teologia
di Bernhard Häring
Il Prof. Wodka, redentorista e professore di morale biblica all’Accademia,
prima di dare inizio alla sua conferenza, ha comunque offerto
una quadro sintetico sul cambio di paradigma metodologico che
ha caratterizzato l’approccio dei moralisti contemporanei
alla Parola di Dio. La sua presentazione su La parola di Dio
nella teologia di Bernhard Häring è stata una
dimostrazione concreta del percorso della teologia cattolica attraverso
la parabola di un teologo di formazione classica, ma iniziatore
di un nuovo modo di fare morale. Con la sua finezza e competenza
di biblista ha esaminato criticamente l’uso della Scrittura
nelle due opere maggiori del fecondo moralista, La legge di
Cristo del 1954 e Liberi e fedeli in Cristo del
1979-1981. Padre Häring non era certo biblista di professione
e molti progressi dell’esegesi e della teologia biblica
erano ben lungi da venire, così che in lui l’uso
della Scrittura non risponde sempre al rigore metodologico della
scienza biblica contemporanea, ma è innegabile la volontà
esplicita del grande moralista di tornare alle fonti bibliche
della fede e della morale e – come si è espresso
il relatore – egli si dimostrò “molto avido
nell’avvertire le novità in questo senso”.
Uno spoglio sistematico delle due opere ha mostrato come padre
Häring abbia gradualmente abbandonato l’uso manualistico
della Bibbia come repertorio di dicta probantia e abbia mostrato
interesse per i grandi temi biblici, soprattutto quelli che riguardano
la vita nello Spirito e la nuova morale del Regno.
Presentazione del libro: Bernhard Häring: un
redentorista felice
Esso contiene uno scritto autobiografico dello stesso padre Häring e preziosi contributi del Prof. Raphael Gallagher, del Prof. Bruno Hidber, del Dott. Augustin Schmied e del Dott. Erwin Teufel, oltre ad una bibliografia preparata da P. Adam Owczarski scegliendo in una sterminata produzione teologico-pastorale.
Seduta
pomeridiana
La seduta pomeridiana è stata presieduta dal Prof. Gabriel
Witaszek, redentorista e professore di morale biblica all’Accademia.
Prof.
Klemens Stock - “Bibbia e morale. Radici bibliche
dell’agire cristiano”. Il recente documento della
Pontificia Commissione Biblica
La prima
relazione è stata offerta dal Prof. Klemens Stock, gesuita,
biblista e segretario della Pontificia Commissione Biblica. È
stato un privilegio poter ascoltare una presentazione del documento
dalla viva voce di un maestro nella scienza biblica e dal segretario
della Commissione stessa che lo ha preparato. Dopo aver brevemente
delineato l’iter del testo, ne ha evidenziato l’intuizione
di fondo: “era nostra intenzione – ha detto –
scoprire e mostrare come la Bibbia vede e presenta l’agire
umano. Il rapporto fra iniziativa di Dio e risposta umana si è
mostrato come il dato più fondamentale”. Il Relatore
ha quindi messo a fuoco i temi salienti delle due parti in cui
si divide il testo. La prima parte vuole mostrare come il dato
di fondo, la dinamica dono divino – risposta umana,
si manifesta e si concretizza attraverso la Bibbia e le varie
fasi della storia della salvezza culminando nella nuova alleanza
in Gesù Cristo come ultimo dono di Dio. La seconda parte
elabora alcuni criteri biblici per la riflessione morale: si tratta
dell’aspetto più delicato per un moralista perché
riguarda la possibilità di affrontare nella luce e nella
prospettiva propria della rivelazione problemi morali attuali
dei quali gli Autori biblici non avevano una minima idea. Concludendo
la sua esposizione lineare e precisa, padre Stock, con grande
umiltà intellettuale, ha concluso dicendo che “la
Commissione ha fatto un comune tentativo di ascolto e di applicazione
e attualizzazione. Spetta soprattutto ai moralisti di verificare
se, e in qual misura, questo tentativo sia riuscito e apporti
elementi utili per la riflessione morale e per l’agire cristiano
nelle circostanze di oggi”.
Prof. Aristide Fumagalli - Il rapporto tra Sacra Scrittura
e agire morale: una proposta teoretica
La
seconda relazione pomeridiana è stata di notevole impegno
teorico. Il prof. Aristide Fumagalli, professore di morale alla
Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, ha
trattato Il rapporto tra Sacra Scrittura e agire morale: una
proposta teoretica. Il tema centrale della sua proposta è
stato quello della “Scrittura come strumento attraverso
il quale lo Spirito parlante di Dio raggiunge e plasma la personalità
morale dell’uditore” e, quindi, “come la lettura
delle Scritture permetta l’incontro dello Spirito di Dio
con la coscienza dell’uditore”. Ricorrendo alla categoria
di P. Ricoeur del “mondo del testo”, don Fumagalli
ha spiegato che il mondo dischiuso dal testo non si presenta davanti
al lettore come uno scenario inerte, ma si rivolge a lui inducendolo
ad appropriarsi delle nuove possibilità di vivere prospettate.
“Nel caso della Bibbia, il mondo del testo consiste nella
novità di vita rivelata da Cristo, dovuta essenzialmente
all’alleanza di Dio con gli uomini e riguardante ogni aspetto
della vita degli uomini. Dell’alleanza in Cristo egli ha
, pertanto, considerato l’attestazione canonica nella Scrittura,
la figura antropologico-morale da essa emergente e la declinazione
etico-normativa. La lettura della Bibbia, attraverso la immaginazione
analogica, illumina la percezione morale consentendo di scoprire
che cosa è moralmente rilevante, suscita specifiche disposizioni
morali, insegnando come agire moralmente, plasma l’identità
personale caratterizzando chi è il cristiano.
Le due relazioni della sessione pomeridiana, diverse nel taglio,
ma parimenti ricche e stimolanti, hanno suscitato uno scambio
con i presenti, dimostrando la perenne attualità del tema
della Giornata di studio e la fecondità di queste iniziative
accademiche.
La Giornata si è conclusa con i ringraziamenti del Preside
ai Relatori e agli organizzatori e con un arrivederci a tutti
i convenuti.
Padre M. P. Faggioni, ofm