L’empatia alla scuola di Santa Edith Stein (2/2)
Boies / 21 Aprile 2022

L’empatia come fonte di crescita relazionale, personale e spirituale Nella nostra ultima riflessione, abbiamo compreso che per Edith Stein, l’atto empatico si riferisce alla percezione soggettiva e interiore davanti all’esperienza altrui. Infatti, dal punto di vista fenomenologico, la Stein insiste nel dire che l’empatia è una conoscenza interiore di quello che sta vivendo l’altro, e non una simpatia emozionale che fa provare quello che l’altro sente[1]. Pertanto, è sempre necessario guardare un certo distacco per non confondere la nostra esperienza con l’esperienza dell’altro. Questa comprensione empatica della prospettiva dell’altro favorisce un arricchimento personale in merito alla percezione di se stessi e a quella del mondo interiore dell’altro[2]. Infatti, secondo Ottone, «l’esperienza dell’altro produce ogni volta una modificazione di sé e della propria identità»[3]. In questo senso, Edith racconta due eventi significativi della sua vita per dimostrare come l’empatia sia stata per lei un’occasione di crescita relazionale, personale e spirituale. L’empatia dei suoi compagni d’università, che le hanno mostrato e sottolineato le sue capacità intellettuali eccezionali[4], l’ha aiutata ad avere maggiore consapevolezza del suo potenziale e decidere poi di proseguire i suoi studi dottorali. Lo sguardo empatico dei suoi colleghi e il loro riconoscimento le ha dunque permesso di vivere una…