Bene comune: un principio da ricollocare al centro della vita politica
Salutati / 13 Dicembre 2019

Può essere utile, se non necessario, riflettere sull’importanza del bene comune come fine della politica, in particolare alla luce di quanto sta avvenendo in varie parti del mondo dove, per ricordare solo i fatti più recenti, un aumento del prezzo del biglietto della metro (Cile), l’applicazione di una tassa su chiamate via WhatsApp (Libano), la revoca dei sussidi per il carburante (Ecuador), ha scatenato una protesta popolare, esplosa a causa della disperazione che nasce dalla povertà e da situazioni di forte disparità di reddito tra la parte di popolazione più povera (la stragrande maggioranza) ed una minoranza ricchissima, costringendo la politica a recedere dai provvedimenti intrapresi e a rendersi conto che può essere pericoloso e dannoso per tutti sottovalutare le istanze della popolazione. Il bene comune è un concetto che ha trovato accoglienza soprattutto nella riflessione cattolica, ma che nasce da molto lontano. Ne parla Aristotele, che considera “beni” i fini che l’uomo persegue nel suo agire, tra i quali il fine più alto è la costruzione della polis, la città, e dunque, il bene comune. In tutto il mondo greco avere a cuore la vita della cosa pubblica era di primaria importanza, tanto che chi non se ne interessava…