I rischi di una nuova crisi del debito estero come negli anni ‘80
Salutati / 13 Gennaio 2023

Nel corso degli anni ‘70 del secolo scorso si verificarono due importanti crisi energetiche legate al petrolio. La prima nel 1973 a seguito della guerra arabo-israeliana del Kippur, la seconda nel 1979 a seguito della rivoluzione islamica in Iran e della guerra tra lo stesso Iran e l’Iraq di Saddam Hussein del 1980. In particolare, la congiuntura degli anni ‘79-’80 mise in moto un ulteriore fenomeno di crisi legato al debito internazionale dei paesi poveri che, come quasi tutti gli altri paesi dipendenti economicamente dalle importazioni petrolifere, si trovarono improvvisamente in uno scenario economico radicalmente cambiato che, a causa del forte indebitamento e diversamente dai paesi più ricchi, li sprofondò in una drammatica crisi debitoria. Oltre allo shock petrolifero che produsse un aumento del greggio di oltre 20 volte rispetto al prezzo precedente e dunque un brusco rialzo del costo delle importazioni, concorsero allo sviluppo della crisi debitoria altri due fenomeni che si rivelarono devastanti per le finanze di questi stati. Il primo fu il crollo dei prezzi delle materie prime, di cui questi paesi erano principali esportatori, a seguito del crollo della domanda provocato dalla crisi energetica e, dunque, il crollo delle entrate necessarie per il rimborso dei debiti….

Le radici economiche dei conflitti
Salutati / 14 Ottobre 2022

Il 1492, anno della “scoperta” dell’America da parte di Cristoforo Colombo, è l’anno che segna la fine del Medioevo e l’inizio dell’Età Moderna, dando il via in Europa ad una serie di importanti cambiamenti in tutti i campi, dalla cultura, alla religione, all’economia, ambito quest’ultimo caratterizzato dalla rivoluzione nelle attività produttive e commerciali, che portarono alla graduale trasformazione della ricchezza e, con l’affermarsi delle nuova classe mercantile e borghese, all’imporsi di una nuova visione della proprietà individuale dei beni materiali.  L’inglese John Locke (1632-1704) formalizzerà la ricomprensione del diritto di proprietà privata considerandolo, insieme al diritto alla vita e alla libertà, un diritto naturale, inalienabile, preesistente alla Stato che ha il compito di tutelarlo in modo assoluto. Locke spiega che sebbene la terra e tutte le creature inferiori appartengano in comune a tutti gli uomini, ognuno ha la proprietà della propria persona, sulla quale nessuno ha diritti a eccezione di egli stesso. Di conseguenza si può affermare che il frutto del lavoro della persona sia sua esclusiva proprietà. Su questa base il diritto di proprietà privata sarà riconosciuto e garantito fino ad oggi, sia pure con sfumature diverse, in tutti i paesi liberalisti e ad “economia di mercato” come ius…

Costruire la pace secondo la Dottrina sociale della Chiesa
Salutati / 12 Aprile 2022

Nel 1961, in Mater et magistra, Giovanni XXIII trattava di un nuovo fenomeno che chiamò “socializzazione”, intendendo con questo termine l’intensificarsi delle relazioni e dell’interdipendenza tra gli esseri umani all’interno di uno stesso Stato ed a livello globale (nn. 45 ss.). All’interno dello stesso Stato il Papa constatava, ad esempio, la quota crescente di spesa sociale alimentata dall’imposizione fiscale, che rende i membri di una società sempre più interdipendenti attraverso l’istruzione, l’assistenza sanitaria, i sistemi di sicurezza sociale e le varie altre forme che caratterizzano lo “Stato sociale”. A livello internazionale, all’inizio degli anni ’60, riscontrava sviluppi analoghi nel moltiplicarsi degli Stati, precedentemente colonizzati, che avevano conquistato una nuova indipendenza e che chiedevano di partecipare alla gestione collettiva del mondo aderendo all’ONU, senza tuttavia, per molti di essi, poter concretamente contribuire ad incidere realmente ed in modo equo nel processo decisionale (Francesco, Discorso all’O.N.U., 25.09.2015). Gli sforzi dell’umanità per una maggiore cooperazione e unità e le istituzioni che manifestano questo impegno sono considerati da Giovanni XXIII e dal magistero successivo “segni dei tempi” per la Chiesa, in quanto «ciò che di buono si trova nel dinamismo sociale odierno» in termini di movimento verso l’unità, di progresso della sana socializzazione e…

Le “banche dei poveri” e il vero sviluppo
Salutati / 22 Ottobre 2021

Lo scorso mese di agosto la stampa nazionale ha riportato la notizia della scomparsa, l’11 dello stesso mese a causa di complicanze dovute al Covid-19, di padre Giulio Berutti, 77 anni, sacerdote missionario del PIME a Dinajpur in Bangladesh, ricordato come «fondatore delle “banche dei poveri”, sull’esempio di Muhammad Yunus» (La Repubblica). Indubbiamente Muhammad Yunus, fondatore della Grameen Bank che dal 1976 ha diffuso il micro credito fra milioni di famiglie povere del Bangladesh, ha certamente meritato il Premio Nobel 2006 per la Pace, tuttavia il microcredito in Bangladesh lo hanno iniziato i missionari cattolici e protestanti agli inizi del Novecento, prima di Yunus e della Grameen Bank. Le “banche dei poveri”, ovvero le “Credit Unions” di padre Berutti, sono di fatto Cooperative di Credito che offrono il proprio servizio prevalentemente, anche se non esclusivamente, alla diffidente popolazione tribale e, grazie a loro, molte persone sono riuscite ad avviare una piccola attività, comprare casa o pagare gli studi superiori ai figli, evitando di cadere nella rete dell’usura. La somiglianza delle “Credit Unions” con la Grameen Bank di Yunus si esaurisce nel fatto che entrambe le iniziative operano nell’ambito del microcredito. Infatti le “Credit Unions” attingono piuttosto ispirazione nella realtà della…

La solita vecchia storia delle crisi finanziarie
Salutati / 11 Maggio 2021

Da vari giorni è un susseguirsi di articoli che paventano una nuova crisi finanziaria, sia nel mondo della finanza tradizionale, dove ormai da tempo si discute sulla “bolla” che riguarderebbe Tesla di Elon Musk, sia nel mondo dei “bitcoin”. Al riguardo sono di grande attualità e interesse due importanti saggi di due grandi economisti. Il primo è Manias, Panic and Crashes di C.P. Kindleberger, del 1978, pubblicato in lingua italiana nel 1981 col titolo Euforia e panico. Storia delle crisi finanziarie, costantemente aggiornato nella versione inglese fino alla morte del suo autore nel 2003. Il secondo è la Breve storia dell’euforia finanziaria. I rischi economici delle grandi speculazioni (1990), di J.K. Galbraith. Entrambi i saggi illustrano come il verificarsi di una crisi, sia sempre l’esito del concatenarsi di una serie di fatti e di scelte umane, molto spesso non razionali. Nella storia dei mercati finanziari un dato costante e predominante è, infatti, la frequente assenza di razionalità. Ogni “bolla” che precede la crisi parte a seguito dell’euforia generata da aspettative continue di guadagno, a cui si sommano le scommesse finanziarie gestite dai market-mover, ovvero i pochi investitori istituzionali che guidano l’andamento di un settore, fintanto che le aspettative si scontrano…